Ora è ufficiale anche questo. I sospetti c'erano già da tempo, ma si aspettava una conferma da
una persona delle istituzioni. Ce l'ha fornita Bruno Ferrante,
il democraticissimo candidato sindaco per la città di Milano, il quale ha fatto capire con le sue
minacciose parole che (dopo il 25 Aprile) anche il primo maggio non è affatto la festa di
proprio tutti i lavoratori. O meglio: c'è qualcuno che ha più legittimità a festeggiarla che altri.
"I padroni non sfilano coi lavoratori" : così l'ex prefetto liquida l'intenzione dell'altro candidato per Milano,
Letizia Moratti, a partecipare anch'ella alla manifestazione.
E siccome lì a sinistra sono uniti solo, a quanto pare, nel raccontare stupidaggini, Oliviero Diliberto - anche lui esponente di quanto di più democratico sia rimasto in Italia, i Comunisti - rincara la dose, facendo notare (chissà poi con quale diritto) che la Moratti
"vuole partecipare per creare un caso". Questi mancini ne sanno sempre più di tutti.
L'organizzazione da stadio non manca: apprendiamo che, "come strumento democratico al dissenso", alcune
sinistre associazioni
sinistre hanno invitato i partecipanti alla Festa all'uso del fischietto come espressione della loro contrarietà ad una presenza non gradita .
Se clima da campo di calcio dev'essere, chissà che non parta qualche democratico bengala all'indirizzo della signora Moratti.Ma poichè, come sopra si diceva, quelli dell'Unione sono veramente coesi quando c'è da folleggiare, anche Paolo Cento dei Verdi non riesce a tenersi a freno e invita la Moratti a restarsene a casa :
«È evidente che la festa dei lavoratori esprime cultura e contenuti del tutto alternativi a quelli rappresentati dal ministro».
Quindi, se abbiamo capito bene, non si tenta nemmeno di delegittimare impedimenti di sorta alla partecipazione di un esponente istituzionale ad una festa che, dalla caduta del fascismo a questa parte,
dovrebbe esistere a rappresentanza di tutti, ma anzi lo si esorta a farsi da parte.
Questa sì che è democrazia. Questo sì che vuol dire unire il Paese.
Nella foto, Bruno Ferrante: uno degli "alcuni" che oggi può festeggiare.