Et lux fuit. Romano intravede la luce. No, non quella che illumina quando si arriva nei pressi della fine (ci tocchera' pazientare qualche altro mesetto), ma quella, piu' rassicurante, che rischiara nel buio. Il nodo gordiano della presidenza della Camera appare risolto:
D'Alema rinuncia a Montecitorio e spiana la strada al comunista Bertinotti. Su Prodi, sia ben chiaro, cade come manna dal cielo questa situazione: lui, c'e' da scommetterci, da fine stratega politico quale
(non) e', non ne sarebbe venuto a capo. Ma tant'e', gli amici tornano utili nei momenti di difficolta', e per questa volta il fido Massimo gli ha tolto le castagne dal fuoco. Ma finira' tutto qui? E' veramente: "Camera a Bertinotti, Senato a Marini, DS contenti"?
Prodi se l'e' vista brutta e subito ringrazia, ancora accaldato e scosso da questa improvvisa botta di fortuna, tendendo la mano al diessino baffuto e lanciandosi in sperticate lodi che puzzano lontano un miglio di
captatio benevolentiae (non si sa mai cosa possa riservare il futuro -
sara' che Prodi ha ancora vivido il ricordo del ribaltone di qualche anno fa?) : «La dichiarazione di D'Alema dimostra ancora un volta il suo stile, la sua generosità e anche il suo senso del gioco di squadra.»
E Massimo risponde: lui e' un intellettuale, uno moralmente superiore, mica pizza e fichi. Lui non guarda alla poltrona, non gli interessa, o almeno cosi' dice :
«Noi non siamo un partito appassionato di poltrone, siamo appassionati di politica».
Infatti nel 1998, pur di non andare alle elezioni anticipate, governo' sfiduciato per mesi. Salvo poi fare le valige da sconfitto. Anche Massimo e' uno serio. E lo sapevamo gia'.
Mentre
Prodi si allena per il Giro d'Italia, i cabarettisti del Centro-Sinistra ne combinano un'altra, che ha piu' del melodrammatico che del comico.
In queste ore si consuma il dramma del buon Mastella, sempre azzittito quando si tratta di ripartire il bottino, il quale ora, ferito nell'orgoglio (ehm, si'...) non ci sta e si lamenta della deriva sempre piu' sinistroide che appare assumere questo governo ai primi gemiti. E si lancia in apocalittiche predizioni:
«Senza gesti significativi la fine arriverà prima dell'inizio». Se il primo a capirlo li' da quelle parti e' stato il buon Clemente, c'e' veramente da stare tranquilli.
Vorra' dire che Prodi festeggera' lontano da Palazzo Chigi le prossime festivita' natalizie.Nella foto in alto, un film di Romano Prodi: "Mastella, D'Alema, Bertinotti".
Nella foto in basso, Prodi:"I have a dream".