Si è parlato fin troppo nei giorni passati dello strappo di Vicenza. Berlusconi prima rinuncia a partecipare alla convention di
Confindustria a Vicenza ufficialmente per motivi di salute, poi si presenta con la schiena ancora dolorante e intrattiene a suo modo la folla. L'analisi della giornata risulta però ai più difficile, perchè l'importante riunione nazionale degli industriali coincide
casualmente con la giornata di sciopero dei giornalisti. La carta stampata insomma agli appuntamenti importanti si lascia trovare impreparata. La mancanza di notizie di prima mano (come ci si poteva attendere) fomenta la possibilità di lasciarsi andare a narrazioni mitiche riguardo la mattinata vicentina, così, in base alle testate che nei giorni successivi si sceglie di consultare, l'intervento di Berlusconi diventa uno "show" (
Corriere della Sera, show è ovviamente inteso in senso ironico-negativo), "grido di disperazione" (
la Repubblica, sempre molto equilibrata e parca nei commenti), "intervento che strappa applausi" (
Ansa, agenzia di stampa).
Come sempre, la volontà di chi vuole informarsi veramente deve essere quella di andare a fondo nelle notizie che i quotidiani ci propinano in tempi e modi che oramai controllano solo loro. Così, se per
Repubblica quello di Berlusconi non è nulla di più di
un attacco disperato da parte di un uomo alla frutta, se si ha la pazienza (e la voglia soprattutto) di leggere le interviste rilasciate dalle autorità in questione ci si accorge che
Matteo Riello (presidente degli Industriali del Veneto) non è per nulla meravigliato dell'accoglienza calorosa riservata al discorso del Presidente del Consiglio: La platea rappresentativa degli imprenditori del Nordest rispecchia un orientamento di centrodestra, recita una sua dichiarazione
. Il presidente degli industriali di Rovigo, Giuseppe Reato, fornisce la propria testimonianza:
Berlusconi a Vicenza ha parlato con il cuore e gli imprenditori lo hanno capito. Poi spunta Celeste Bortoluzzi, presidente di Assindustria Belluno, secondo cui
sostenere che a Vicenza Berlusconi si era organizzato una claque è una strumentalizzazione vergognosa. Infine, non per motivi geografici, ma per peso “politico” all’interno di Confindustria, non è da trascurare la posizione più sfumata per fuori dal coro di
Costanzo Iannotti Pecci, presidente di Federturismo, secondo cui a Vicenza gli imprenditori hanno dato segnali di inquietudine:
Non credo che sia nelle intenzioni del presidente Montezemolo, persona equilibrata e attenta a quanto accade nell’organizzazione, di liquidare quello che è successo come se nulla fosse.
Per chiudere, sulla presunta claque azzurra,
arriva anche la testimonianza di Gustavo Selva:
Io a Vicenza c’ero. Conosco bene il Veneto, anche per avervi diretto “Il Gazzettino” e, come cronista, di una cosa sono certo: non c’erano truppe cammellate, convocate per applaudire Berlusconi e per fischiare Della Valle.
Le idee di Berlusconi, alternative alle sinistre, per lo sviluppo economico, imprenditoriale e sociale, sono quelle approvate con gli applausi dalla quasi totalità dei medi e piccoli imprenditori italiani, conclude Selva.
Insomma, i segnali che arrivano dagli imprenditori del nord-est sono chiari: non è in discussione la leadership di Montezemolo ma l’autonomia decisionale degli iscritti.
Quanto poi alla presunta convocazione di una claque forzista (notizia ripresa più e più volte nei giorni scorsi da telegiornali e quotidiani, che come è noto sono sotto l'egemonia e il controllo di Berlusconi), oltre ad essere smentita da una delle dichiarazioni testè ricordate, cozza con la più semplice e potente delle armi a disposizione dell'uomo: la logica. In effetti per partecipare al Convegno di Confindustria era necessario accedervi per invito (scaricabile dal sito di Confindustria) e bisognava superare stretti controlli all'ingresso. Soprattutto però, nonostante Berlusconi se ne corrucci, il teletrasporto non gli riesce ancora: le 250 persone di cui i giornali hanno ridicolmente parlato sono dovute entrare dalla porta d'ingresso! Ovviamente, senza che nessuno se ne accorgesse... Per maggiori chiarimenti prego leggasi qui.
Insomma, i mezzi di comunicazione (che sono sempre controllati da Berlusconi) ci raccontano quello che vogliono: anche che imprenditori e industriali italiani sono contro un governo di centrodestra. A parte il fatto che si tratta di una menzogna (consulta il sondaggio), ci racconteranno anche che gli applausi ricevuti da Berlusconi non possono essere stati frutto spontaneo di ammirazione e fiducia da parte degli industriali (si è infatti usato l'espediente della claque azzurra). Ora ci racconteranno anche che Prodi taglierà il cuneo fiscale di 10 punti ma lascerà l'Irap lì dov'è . E gli industriali continueranno a votarlo. Proprio come hanno fatto finora.
Nella foto, 2010: un industriale che nel 2006 scelse di votare per Prodi.