Durante il recente confronto televisivo con Berlusconi, Prodi ad un certo punto ricorda che lui alla vita non ha più nulla da chiedere: è stato Presidente del Consiglio, Presidente della Commissione Europea, ecc. ecc. (come se il suo antagonista invece fosse un paria della società che non sa come ammazzare il tempo...). Sul suo sito però la biografia del noto economista emiliano è fin troppo stringata. Riporto di seguito questo articolo tratto da Schegge di Vetro (quindi non l'ho scritto io) che illuminano d'immenso la figura del Professore pre-entratainpolitica. Faccio umilmente notare che i passi riportati nel finale sono reali!
Siccome la biografia ed il curriculum professionale di Prodi sono riportati in modo troppo sintetico sul suo sito, ho pensato di fare cosa gradita nel dedicargli qualche messaggio che possa fare - come dire? - da “integrazione ed approfondimento” circa gli storici meriti di un uomo che, fino ad oggi, ha raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato.
Il primo della serie riguarda il suo passato imprenditoriale perché la sua esperienza dimostra come competenza, serietà e limpidezza morale siano la sola strada percorribile per salire le scale del paradiso del Potere.
L’esperimento a cui mi riferisco si chiama NOMISMA, società di consulenza che il Professore fonda nel 1981, sotto l’ala protettrice di Nerio Nesi, assieme a BNL: capitale iniziale 500 milioni di vecchie lire di cui ben cinque versati da Prodi (gli altri 495 ce li mette la Banca).
In quegli anni, Nesi è Presidente della BNL e Prodi di BNL è il consulente economico. Ovvio che la Banca abbia scelto persone conosciute e di fiducia per realizzare questa operazione. Tuttavia, probabilmente per non dare il destro alle malelingue, già il giorno dopo Prodi cede le sue quote alla BNL e resta come Presidente del Comitato Scientifico. L’operazione, grazie alle grandi capacità del futuro “Professore”, ha successo.
Il primo esercizio segna un fatturato vicino ai due miliardi di lire, il secondo quattro e cinque nell’84. Di cosa si occupa, nello specifico, NOMISMA? Della “potentia coeundi” dei somari somali e delle velocità medie di cammelli e ovini nel deserto (incarichi del Ministero degli Esteri, Dipartimento per la Cooperazione).
Nel frattempo, Prodi, grazie ai successi delle ricerche di NOMISMA, guadagna i galloni di Presidente dell’IRI (che manterrà fino al 1989, ma di questo si parlerà prossimamente) e l’IRI, assieme al solito Ministero, all’ENEL, l’odierna TELECOM ITALIA, ed altri grandi clienti, sommergono NOMISMA di richieste di consulenza. Soltanto i soliti malpensanti ipotizzano che tutte queste consulenze siano, in qualche modo, legate al ruolo ricoperto da Romano Prodi il quale, però, forte del suo carisma, riesce a mettere a tacere sia la Corte dei Conti (organismo reazionario che, subdolamente, si chiede come mai si debbano appaltare all’esterno lavori che potrebbero essere svolti agevolmente anche con risorse interne) che il Collegio Sindacale dell’IRI che, nel 1985, certamente sobillato dai detrattori del Presidente, si permette di rilevare:
"...l'eccessiva frammentazione e ripetitività degli incarichi conferiti a soggetti diversi relativamente ad argomenti sostanzialmente identici..."
fino a giungere, con una manovra vergognosa, a chiedere di verificare se queste consulenze siano state effettivamente prestate.
Nel 1989, Prodi lascia la Presidenza dell’IRI, disgustato giustamente da questo clima di feroce antipatia, ma resta saldamente al timone di NOMISMA. E’ un momento difficile, la società entra in crisi e i clienti nicchiano. Ma, dopo tante difficoltà, nella gestione delle quali Prodi dimostra tenacia e incrollabile volontà, arrivano le commesse del TAV (Treni Alta Velocità) che incaricano NOMISMA di stabilire che senso abbia realizzare il progetto.
E qui, il Professore dà il meglio di sé. Cinquemilacinquecento pagine di rapporto (39 volumi) che, a detta di coloro che li hanno letti, costituiscono una pietra miliare nella storia dell’analisi economica. Costo del lavoro di NOMISMA nemmeno esagerato, appena 9,7 miliardi di lire. Tra i principali risultati prodotti dallo studio, occorre ricordare i seguenti passi:
1. “Un treno che viaggia a 300 km all’ora impiega metà tempo di uno che procede a 150 km orari a percorrere lo stesso tragitto”;
2. “Più alta è la velocità, maggiore è il rischio di incidenti”;
3. “Il beneficio dell’alta velocità è la velocità”;
4. [a proposito della Stazione Termini]: “La zona era, un tempo, linda e simpatica, ma poi si è degradata”;
5. “La velocità consente di risparmiare tempo”;
6. “Quattro corsie, o binari, consentono più scorrevolezza di due o una”
7. “Il posizionamento frontale dei seggiolini facilita la socializzazione”.
Nel 1995, a causa dell’accresciuto impegno in politica, Prodi lascia la Società dove, ancora oggi, è ricordato, con rimpianto, come uno dei più grandi economisti del secolo. Ma il Paese ha bisogno.