La Cassazione annuncia ieri che l'Unione di Romano Prodi ha vinto le elezioni. E allora, partita chiusa? Macche'. Dalla CdL rilanciano: Forza Italia e Lega non ci stanno e
chiedono che vengano riconteggiate tutte le schede, una per una, per fugare (li' si' definitivamente) ogni dubbio sulla legittimita' della vittoria prodiana. Niente di strano insomma: la differenza e' cosi' esigua,
25000 mila voti corrispondono si' e no allo 0.6 per mille, che ricontare potrebbe giovare a tutti, anche agli pseudovincitori mancini, i quali trarrebbero da un esito positivo del conteggio la sicurezza della possibilita' di
"governare". Basterebbe anche un solo voto in piu'.
E allora, perche' questo ostentato ostracismo? Si sono gia' dimenticati,
quelli seri dell'Unione, che
nel 2001 la Margherita riusci' a ottenere, con procedure analoghe, un incremento dei suoi votanti di circa 30000 elementi? 30 mila voti che oggi farebbero la differenza, eccome.
Tremonti elenca alcuna anomalie di queste elezioni telenovalas:
«Ci sono alcune cose da chiarire: il numero degli elettori non coincide con il numero delle schede. Inoltre il numero delle schede bianche alla Camera è enormemente inferiore rispetto a quello del Senato. Quindi è giusto chiedersi che cosa sia successo». D'altronde lo hanno fatto in America il riconteggio, si puo' fare anche in Italia. E poi non dimentichiamoci dell'
affaire Calderoli: e' un discorso troppo tecnico, ma necessita anche questo di una chiarificazione netta.
Ma Prodi non sta piu' nella pelle,
ha voglia di governare. Per i suoi peana di vittoria non ha atteso neanche l'ufficialita' dei dati e, come tutti ricordano, nella notte tra 10 e 11 aprile rassicuro' la
sua meta' del paese che, si' era stata dura, ma avevano vinto. Una grande vittoria. E poco male se ancora nonno Romano si ostini a proclamare la sconfitta politica del centrodestra (essa non c'e' stata,
anzi nel computo totale dei voti Mortadella ha perso di 400 mila schede...),
nella tecnica lui ha vinto, ed e' giusto, doveroso, che egli formi il governo.
Tanto, lo sappiamo tutti, prima lo crea prima si distrugge.
Proprio nei giorni in cui
Bertinotti chiede il conto (al prezzo della
"garanzia di governabilità"), i Ds non mollano di un metro e propongono il fido D'Alema come presidente della Camera. Staremo a vedere la
scaltrezza politica di Prodi (sic!) dove condurra' il dibattito politico.
I primi, inevitabili scontri ci sono gia'. Ma la serieta' di Romano impone di trascurarli, fingere che non esistano e di ritornare a dire che lui sara' a capo di un
governo forte!
Per noi italiani sara' un film gia' visto, una minestra riscaldata:
un insipido Prodino.
Nella foto: il prossimo governo Prodi.