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lunedì, maggio 15, 2006

Le vittorie della vergogna.

Poche parole sono sufficienti per analizzare quello che sta accadendo oggi nel mondo del calcio. Questi signori hanno rubato il senso dello sport e lo hanno asservito alla loro voglia di denaro e potere. Le piccole mafie che guidano la vita di troppe persone in Italia hanno trovato humus per la loro riproduzione anche nel mondo dello sport.
Una volta c'erano squadre di ragazzi che giocavano al Pallone. Si allenavano duro. Vincevano o perdevano. C'erano le Società Calcistiche.
Oggi ci sono squadre di finti atleti che si allenano poco e si "curano" troppo. Chi ha più soldi vuole vincere di più. Ci sono le Società Per Azioni.
Quando gli interessi economici sopravanzano l'amore per lo sport, la voglia di una competizione onesta, leale, allora lo sport muore. E in Italia ormai da troppi anni esso sta agonizzando.
La figura del moralista non ci appartiene, e men che meno si vuole scadere nella retorica inflazionata della necessità di tornare agli antichi valori, però si avverte l'obbligo di fare qualcosa per cambiare. Perché un po' di buonsenso basterebbe per capire che se esistono squadre capaci di sopravvivere grazie agli sponsor e ai diritti TV, in grado di sopravvivere ai contratti milionari ora e miliardari un tempo che elargiscono a giocatori e dirigenti, vuol dire che si è scelta la strada sbagliata.
Ieri si è concluso il campionato di calcio di Serie A. La Juventus ha vinto lo scudetto, l'ennesimo guadagnato grazie all'apporto significativo dei suoi dirigenti al vertice che, secondo le recenti intercettazioni telefoniche pubblicate, sfruttavano amicizie all'interno del Palazzo per pilotare gli esiti delle partite. Sì, in parole povere si compravano gli arbitri. E ora quella dirigenza deve pagare.
Quando i reati penalmente perseguibili verranno accertati definitivamente tutti ci auguriamo che una pena di rigore sia inflitta. In questo calcio c'è gente che ha investito passione, anni della propria vita, oltre che capitali economici importanti e non merita di vedere impuniti figuri che, con metodi mafiosi, hanno conquistato il potere e le vittorie "sportive". In un'intervista, l'ex presidente del Bologna Gazzoni rivela che, ascoltato dalla Procura, ha avuto occasione di leggere i verbali delle intercettazioni: "Cose da non credere". No presidente, noi ci crediamo.
Luciano Moggi e Antonio Giraudo andrebbero radiati dall'albo, i designatori arbitrali coinvolti (Pairetto e Bergamo a quanto pare) andrebbero radiati, tutti gli scudetti vinti dalla Juventus con il dodicesimo uomo in campo e il tredicesimo a fare le designazioni andrebbero scuciti dalle casacche bianconere e restituiti a chi immeritatamente si è ritrovato ad essere dietro in classifica alla Società dei Furbi, tutte le altre squadre coinvolte in misura più o meno grave andrebbero penalizzate in modo proporzionale agli illeciti commessi. Questo ci aspettiamo dalla Giustiza Sportiva e da quella ordinaria.
Ma, chissà perché, non crediamo avverrà.


IlNano
Nella foto: tanto peggio di così...

7 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Visto che di ufficiale dai tribunali non e' uscito niente, mi sa che ti sei fatto prendere la mano...
Un po' come Berlusca che dice "siamo stanchi di subire ingiustizie"... 0_o

lunedì, maggio 15, 2006 3:14:00 PM  
Blogger Maurizio said...

@ daniele: ecco, il solito gobbo bianconero! :-) Io ho scritto: Quando i reati penalmente perseguibili verranno accertati definitivamente, quindi il mio discorso parte da questa premessa! Figurati se proprio io non sono garantista!
Ad ogni modo Moggi & Co. possono anche riuscire a farla franca in Tribunale, ma e' importante che tutto il mondo abbia saputo come agivano.
Quanto a Berlusca, se devono assegnare al Milan lo scudetto, che lo assegnino. Oppure anche qui non han voglia di ricontare i punti?! ;-)
Il Nano

lunedì, maggio 15, 2006 3:56:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Fieramente gobbo aldila' di ogni triade!
Comunque, visto il precedente (del'27), uno scudetto revocato in teoria non viene riassegnato.
Ma magari sono cambiate un po' di cose..

lunedì, maggio 15, 2006 3:58:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

Davanti all’immondizia che sta venendo a galla, persino il tifoso più becero invoca riscritture di regole e rifondazioni. Silvio Berlusconi no. Interpellato a San Siro sulla crisi del calcio, ha colto l’occasione per un ampio giro d'orizzonte intorno al proprio ombelico e invece della riforma del sistema si è preoccupato soltanto di reclamare per il suo Milan i due scudetti che verranno presumibilmente tolti alla Juve.

All'inizio ho creduto si trattasse di una battuta di Gene Gnocchi. Perché in questo frangente nemmeno un politico con il senso dello Stato di Vanna Marchi riuscirebbe a pensare prima ai suoi comodi che all’intera nazione calcistica in subbuglio. Berlusconi ha compiuto l'impresa. La sua concezione privatistica della politica si è associata alla sua visione autoassolutoria dell'esistenza, partorendo un piccolo capolavoro d'opportunismo. Anche a voler sorvolare sulla presenza nelle intercettazioni di un dirigente del Milan, e sull’inedito entusiasmo del Principe dei Perseguitati per l'operato della magistratura («Aspettare le sentenze? Ma più chiaro di così!», ha dichiarato il noto garantista), rimane il fatto che se c’è una persona in Italia che dovrebbe chiedere scusa per la deriva del calcio, questa è proprio lui. Chi ha gonfiato per primo la rana del pallone con il mostruoso e chiacchieratissimo ingaggio di Lentini, meritandosi dall’Avvocato la fama ironica di «grande calmieratore del mercato»? Chi ha scaricato sistematicamente sui bilanci Fininvest i debiti dei rossoneri, squilibrando i rapporti di forza fra i pochi club ricchi e tutti gli altri? Chi ha creato e avallato il duopolio Milan-Juventus che per vent'anni si è spartito gli scudetti e i denari delle televisioni?

Berlusconi è un maestro nel travestirsi da vittima. Ma stavolta abbia almeno la decenza di farlo in silenzio. Prenda esempio da un fascista galantuomo come il bolognese Leandro Arpinati, che quando nel 1927 fu tolta la vittoria al Torino per un episodio di corruzione che a confronto con l'oggi, e col Moggi, mette quasi tenerezza, si oppose per ragioni di stile a che lo scudetto venisse assegnato al suo Bologna, secondo in classifica. Quell’anno il titolo non andò a nessuno. Un politico liberale dovrebbe augurarsi che succeda lo stesso anche stavolta. Un liberale. Non un populista da bar sport.

lunedì, maggio 15, 2006 9:29:00 PM  
Blogger Maurizio said...

@ prediplomato: per una volta mi trovo sostanzialmente d'accordo con te. Solo un paio di appunti: la risposta di Berlusconi e' stata data a caldo, non era certo premeditata, piu' da tifoso che da presidente. Non e' una scusante, ben inteso, ma una semplice constatazione.
Quanto alla questione degli scudetti, tecnicamente - come spiegato dagli esperti de La Gazzetta dello Sport - quello della stagione appena conclusa potrebbe ancora essere ri-assegnato (al Milan, all'Inter o qualsivoglia altra squadra); quello del Campionato 2004-2005, se mai fossero accertati gli illeciti di cui Moggi e la Juventus saranno accusati, sarebbe semplicemente revocato e rimarrebbe non assegnato.
Per il resto, con la tua chiosa non concordo. Da uomo di sport, da appassionato di calcio, mi auguro che lo scudetto venga assegnato alla squadra piu' forte, a quella che senza aiuti esterni, contando solo sulla propria abilita' - e finanche sui fisiologici errori umani degli arbitri - e' arrivata davanti alle altre in classifica. Per la stagione appena conclusa, se non e' la Juventus questa squadra e' proprio il Milan, se non lo sara' il Milan questa squadra e' l'Inter. Metti da parte la polemica vuota sul populista da bar sport: un politico liberale dovrebbe accettare che la squadra di cui per anni e' stato Presidente debba soccombere di fronte a furbetti che sodalizzano con gli arbitri? Io credo di no.
Il Nano

lunedì, maggio 15, 2006 10:16:00 PM  
Anonymous Anonimo said...

il re del milan nonchè re del conflitto di interessi, padrone di galliani e confalonieri, ideatore dello spalmadebiti, processato per irregolarità nella compravendita di giocatori, ideatore del digitale terrestre e artefice della spartizione dei diritti televisivi tra le grandi società sportive italiane... come avrebbe potuto lui gestire questo scandalo? e perchè, conoscendo il meccanismo, da presidente del consiglio, non ha contribuito a far emergere lo scandalo? ora chiede indietro due scudetti. ma perchè, non sapeva nulla? lo sapevo io?! e lui no?

martedì, maggio 16, 2006 5:28:00 PM  
Blogger Maurizio said...

@ gigi: il Milan sara' giudicato per i reati (o presunti tali) di cui e' accusato. Lo stesso vale per la Juventus. Non ci vedo nulla di strano che un Presidente di una squadra esiga - se ve ne e' la possibilita' - la restituzione degli scudetti defraudati tramite il "sistema Moggi". Se pero' questo Presidente si chiama Silvio Berlusconi...beh allora non ha neanche diritto di parola.
Meno male che il milanista Enrico Letta ha dichiarato: "Gli scudetti vinti dalla Juventus sono moralmente del Milan" e il giornale di Rifondazione reclami "gli scudetti al Milan". La Coerenza.
E poi, caro Gigi, a tutti puzzava, e puzza, questo pianeta Calcio: ma senza prove concrete non si va da nessuna parte. Che io, te, Presidenti di altri grandi club, allenatori, addetti ai lavori lo sospettassero, conta zero. Chi avesse denunciato qualcosa si sarebbe beccato una querela, minimo.

martedì, maggio 16, 2006 6:54:00 PM  

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