...E ANDIAMO AVANTI!...E ANDIAMO AVANTI!realizzato da Fratelli d'Italia

sabato, aprile 29, 2006

Governeranno 5 minuti.

Nuntio vobis gaudium magnum: alla fine, ma solo alla fine, quando bastava che si votassero solo loro, ce l'hanno fatta. Quelli dell'Unione scollata hanno trovato il bandolo per eleggere il Presidente della Camera, il sindacalista rosso di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti, e quello del Senato, il sindacalista biancofiorito Franco Marini. Non c'è che dire, dopo Marcello Pera e Pierferdinando Casini ora questi signori avranno il coraggio di dire che l'Italia ha fatto un passo in avanti.
Il secondo giorno di votazioni, dopo risse accennate, promesse, intrighi, prebende e pizzini il problema è stato risolto. E siccome a sinistra sono seri (lo dicono loro stessi) da quelle parti c'è già chi fa finta di nulla e incita la nave a solcare il mare italiano in tempesta per 5 anni: D'Alema e Rutelli hanno forse trascorso gli ultimi due giorni in Ecuador per poter candidamente affermare che "L'Unione è in grado di governare 5 anni alla Camera e al Senato". Forse toccheranno i 5 minuti di Governo.
Ma coloro che invece dall'Italia non si sono mossi hanno potuto constatare da loro stessi come sta muovendo i primi passi questa maggioranza sinistro-comunista. Alla Camera, dove Bertinotti correva da solo, ci sono volute quattro sedute. Al Senato, Marini Franco VS. Andreotti Giulio, ne sono state necessarie tre e mezza.
In pratica quelli dell'Unione non si votano tra di loro. Sembra un film comico, sembra che lo facciano apposta per cadere in ridicolo, sembra una barzelletta che non fa neanche troppo ridere. Ma è così: quelli dell'Unione, pur di non votarsi, sono disposti, per esempio, a scrivere Francesco Marini sulla scheda, o Marini 9/4/33. Sembra di vederlo, questo faccione qui accanto, che si irrigidisce e comanda: "Un bel Ministero oppure me ne vado insieme ai miei 3 senatori!". Patetico pagliaccio.
E pazienza se poi il senatore Scalfaro viene in loro soccorso infischiandosene dei regolamenti, votando lui stesso per Marini, abbandonando insieme ai segretari il seggio "perché c'era troppo rumore" (sic!), annullando una votazione regolarissima in cui Marini Franco non aveva raggiunto il quorum, spostando di 2 ore l'inizio della nuova seduta perché qualcuno (Fassino?) al telefono gli dice che dei senatori diessini non saranno presenti, concludendo - nonostante l'appunto di Castelli - che il giorno dopo il 29 Aprile è sempre il 29 Aprile.
La classe politica che dovrà governare l'Italia per il prossimo periodo - non saranno 5 anni, ma per qualche mese dovremo conviverci - si è rivelata per quella che è: un ammasso di mestieranti della politica disposti a tutto pur di appoggiare il proprio culo su di una poltrona in pelle rossa.
Fanno ribrezzo. Ma questa volta l'Italia se n'è accorta.

IlNano
Nella foto, "Se ti voto mi dai un Ministero?"

Votazione seconda / bis.


Semplice, rapido aggiornamento.

Ore 01.29 :

Franco Marini : voti 161.
Giulio Andreotti : voti 155.
bianche/nulle/altri : 6.

Neanche stavolta è andata bene...

E' veramente triste alla luce di questi fatti (peraltro ampiamente prevedibili) riportare alla mente i proclami di vittoria gettati ai quattro venti da parte di Romano Prodi (ahilui...) la notte stessa del 10 aprile. Lui rideva perchè aveva vinto. E l'ha anche scritto nero su bianco: prostratevi giacchè ho vinto.
Ora, forse, avrà capito di non aver vinto un bel niente. I membri dell'opposizione (si fa per dire, si è infatti tali se per contro si ha una maggioranza) hanno la possibilità di bloccare qualsiasi provvedimento al Senato. Gli uniti della disUnione hanno già perso il collante ... a prescindere dall'esito della quarta votazione: tanti, troppi problemi per eleggere il Presidente sono un funereo auspicio per il lavoro di Governo (se mai esso si formerà sotto la blanda e stentata guida di Prodi).
Non è bastato il tentativo di far passare un Francesco per un Franco, non è servito il tentativo di annullare la votazione senza basarsi su alcun fondamento giuridico (ma era mai accaduto?), non è stato sufficiente uno Scalfaro (già votante) che rinvia di 2 ore la votazione-bis per consentire ai senatori diessini di essere presenti, non è stata utile la sospensione dalle 00.41 all'1.24 ad opera del drammaturgo Oscar Luigi (una scheda contestata: come nella prima votazione, scrivere Marini non equivale a votare per Franco Marini).
Sull'altra delle due schede contestato v'era scritto Francesco Marini, ma Scalfaro in Aula al momento dello spoglio legge Franco Marini. Quando si dice essere superpartes. Ignobile.

Ma loro sono la sinistra: moralmente superiori, seri e onesti. A loro tutto è concesso.

P.S. Aggiornamento da Speciale Parlamento di RaiUno dell' 1.14: il Professore dichiara di aver seguito gli scrutini da casa, davanti al televisore. Si è forse accorto che da dietro non si vede nulla?

IlNano
Nella foto: tratto da Corriere.it, quotidiano degli intellettuali di sinistra.

venerdì, aprile 28, 2006

Ancora?


Alla fine si e' scoperto che Francesco non e' Franco.
Alla fine e' lecito chiedersi se scrivere Francesco non equivale a firmare il voto (non saranno mica gli Amici di Mastella? - "a pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina").
Alla fine si e' capito che, vada come vada, questa maggioranza e' fasulla. Come passeranno i provvedimenti al Senato?

E ora si voti. Ancora.

Nella foto, Marini.

Francesco Franco al Senato?


"Ti stai sbagliando chi ha vinto non è, non è Francesco..." - cantava Battisti.

Un candidato è Franco Marini. L'altro è Giulio Andreotti. 2 (o forse 3) schede al Senato riportano la preferenza per Francesco Marini. Sono schede nulle. Perchè questa empasse in Aula? Scopriremo forse oggi che Franco è uguale a Francesco?
Riusciranno ad eludere anche questo inconveniente quelli seri di sinistra?

Risultati ufficiosi:

Franco Marini : 160 voti.
Giulio Andreotti : 155 voti.
Calderoli : 1 voto.

schede bianche/nulle : 4

Francesco Marini : 2 voti.


Da ridere. Fin da subito.

Nella foto, Franco Totti.

Da ridere.

Al Senato fumata nera.

Questi vogliono durare 5 anni, per intanto i risultati sono altri.

Franco Marini : 157 voti.
Giulio Andreotti : 140 voti.
Calderoli : 15 voti.
Giulio Marini :1 voto.
schede bianche : 5
nulle : 4

Le nulle sono per : Marino, Marini, Maritì e Marini 9/4/33 (che neanche Lucio Dalla...) .
Insomma, forse è proprio vero che l'intelligenza è a sinistra.
Insomma, per sperare questa sinistra deve portare a votare i senatori a vita e affidarsi a Oscar Luigi Scalfaro.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino... noi ci speriamo.
Insomma, hanno una maggioranza vera.

Un plauso a chi ha votato Giulio Marini : quando si dice l'Unione ... alla prossima attendiamo una preferenza per Franco Andreotti.

Nella foto: uno che vorrebbe stare seduto lì sopra per 5 anni.

giovedì, aprile 27, 2006

L'Italia vi piange.


Per i morti (di nuovo, tristemente) di Nassiriya.

"...beatissimi voi,
ch'offriste il petto alle nemiche lance
per amor di costei ch'al Sol vi diede..." (A.Manzoni)


sabato, aprile 22, 2006

Il buono, il brutto, il cattivo.

Et lux fuit. Romano intravede la luce. No, non quella che illumina quando si arriva nei pressi della fine (ci tocchera' pazientare qualche altro mesetto), ma quella, piu' rassicurante, che rischiara nel buio. Il nodo gordiano della presidenza della Camera appare risolto: D'Alema rinuncia a Montecitorio e spiana la strada al comunista Bertinotti. Su Prodi, sia ben chiaro, cade come manna dal cielo questa situazione: lui, c'e' da scommetterci, da fine stratega politico quale (non) e', non ne sarebbe venuto a capo. Ma tant'e', gli amici tornano utili nei momenti di difficolta', e per questa volta il fido Massimo gli ha tolto le castagne dal fuoco. Ma finira' tutto qui? E' veramente: "Camera a Bertinotti, Senato a Marini, DS contenti"?
Prodi se l'e' vista brutta e subito ringrazia, ancora accaldato e scosso da questa improvvisa botta di fortuna, tendendo la mano al diessino baffuto e lanciandosi in sperticate lodi che puzzano lontano un miglio di captatio benevolentiae (non si sa mai cosa possa riservare il futuro - sara' che Prodi ha ancora vivido il ricordo del ribaltone di qualche anno fa?) : «La dichiarazione di D'Alema dimostra ancora un volta il suo stile, la sua generosità e anche il suo senso del gioco di squadra.» E Massimo risponde: lui e' un intellettuale, uno moralmente superiore, mica pizza e fichi. Lui non guarda alla poltrona, non gli interessa, o almeno cosi' dice : «Noi non siamo un partito appassionato di poltrone, siamo appassionati di politica». Infatti nel 1998, pur di non andare alle elezioni anticipate, governo' sfiduciato per mesi. Salvo poi fare le valige da sconfitto. Anche Massimo e' uno serio. E lo sapevamo gia'.
Mentre Prodi si allena per il Giro d'Italia, i cabarettisti del Centro-Sinistra ne combinano un'altra, che ha piu' del melodrammatico che del comico.
In queste ore si consuma il dramma del buon Mastella, sempre azzittito quando si tratta di ripartire il bottino, il quale ora, ferito nell'orgoglio (ehm, si'...) non ci sta e si lamenta della deriva sempre piu' sinistroide che appare assumere questo governo ai primi gemiti. E si lancia in apocalittiche predizioni: «Senza gesti significativi la fine arriverà prima dell'inizio». Se il primo a capirlo li' da quelle parti e' stato il buon Clemente, c'e' veramente da stare tranquilli. Vorra' dire che Prodi festeggera' lontano da Palazzo Chigi le prossime festivita' natalizie.

Nella foto in alto, un film di Romano Prodi: "Mastella, D'Alema, Bertinotti".
Nella foto in basso, Prodi:"I have a dream".

venerdì, aprile 21, 2006

I pizzini di Piero.

Dopo i pizzini di Bernardo arrivano le letterine di Piero. In piena bagarre per accaparrarsi un posto al sole sulle poltrone che contano, ieri il segretario dei DS Fassino ha lanciato messaggi subliminali al suo leader (si fa per dire) Romano Prodi. Il testo completo della missiva e' reperibile sul sito ufficiale dei nonDemocratici di Sinistra (a questo link) e non verra' qui ripubblicato: intelligenti pauca. A parte il pittoresco uso dei Te/Tuoi/Tue quando Piero si rivolge a san Romano da Scandiano, i contenuti lasciano emergere tutta la tensione di questo triste momento prodiano. E, questo e' il bello, siamo appena agli inizi.
Da una parte Massimo D'Alema che, piu' o meno apertamente, fa intendere di non voler sentire ragioni: lui vuole la Presidenza della Camera. Prodi dovra' accontentarlo: l'ultima volta sappiamo tutti come era andata a finire a far arrabbiare il baffuto diessino...
Dall'altra il segretario di Rifondazione Bertinotti ha ricordato poche ore addietro che lui di ministeri non ne vuole sentire parlare: o Montecitorio o nulla .

E il futuro (?) Primo Ministro italiano (quello che vuole dare un'impronta forte al suo governo - sono parole sue...) sa bene fino a dove si puo' spingere la rossa ira faustiana.
Tutto questo mentre D'Alema si accorge che "qualcosa nell'Unione non funziona". Meglio tardi che mai, insomma.
Poi bisogna accontentare Rutelli: il bel Francesco non ha lesinato apprezzamenti per Marini alla Presidenza del Senato, e anche di questo Prodino non puo' non tener conto.
Ma sono sereni. E a questi qui, essendo loro seri (non come quegli altri! ...), bisogna credere. Ci crediamo tutti... Vedremo tra qualche tempo.

E Prodi si domanda: a chi dare retta? Forse si sta accorgendo anche lui che si' e' stato bello in campagna elettorale spacciare l'accozzaglia di partiti rabberciati alla bell'e meglio come una coalizione ordinata e coesa. E, si', altrettanto affascinante e' stato produrre un programma, risibile e ridicolo, di 300 pagine: panacea ai troppo diversi orientamenti che zavorrano l'Unione disunita di Romano Prodi. Ma non e' stata la scelta giusta.
Perche' ora, Vinavil alla mano, tocca a Prodi - le cui capacita' organizzative sono a tutti tristemente note da 30 anni a questa parte - mettere insieme i pezzi. E i rompicapo sono affari per teste fini.

Nella foto, Prodi ricerca la necessaria amalgama

giovedì, aprile 20, 2006

Ricontiamo?

La Cassazione annuncia ieri che l'Unione di Romano Prodi ha vinto le elezioni. E allora, partita chiusa? Macche'. Dalla CdL rilanciano: Forza Italia e Lega non ci stanno e chiedono che vengano riconteggiate tutte le schede, una per una, per fugare (li' si' definitivamente) ogni dubbio sulla legittimita' della vittoria prodiana. Niente di strano insomma: la differenza e' cosi' esigua, 25000 mila voti corrispondono si' e no allo 0.6 per mille, che ricontare potrebbe giovare a tutti, anche agli pseudovincitori mancini, i quali trarrebbero da un esito positivo del conteggio la sicurezza della possibilita' di "governare". Basterebbe anche un solo voto in piu'.

E allora, perche' questo ostentato ostracismo? Si sono gia' dimenticati, quelli seri dell'Unione, che nel 2001 la Margherita riusci' a ottenere, con procedure analoghe, un incremento dei suoi votanti di circa 30000 elementi? 30 mila voti che oggi farebbero la differenza, eccome.
Tremonti elenca alcuna anomalie di queste elezioni telenovalas: «Ci sono alcune cose da chiarire: il numero degli elettori non coincide con il numero delle schede. Inoltre il numero delle schede bianche alla Camera è enormemente inferiore rispetto a quello del Senato. Quindi è giusto chiedersi che cosa sia successo». D'altronde lo hanno fatto in America il riconteggio, si puo' fare anche in Italia. E poi non dimentichiamoci dell'affaire Calderoli: e' un discorso troppo tecnico, ma necessita anche questo di una chiarificazione netta.
Ma Prodi non sta piu' nella pelle, ha voglia di governare. Per i suoi peana di vittoria non ha atteso neanche l'ufficialita' dei dati e, come tutti ricordano, nella notte tra 10 e 11 aprile rassicuro' la sua meta' del paese che, si' era stata dura, ma avevano vinto. Una grande vittoria. E poco male se ancora nonno Romano si ostini a proclamare la sconfitta politica del centrodestra (essa non c'e' stata, anzi nel computo totale dei voti Mortadella ha perso di 400 mila schede...), nella tecnica lui ha vinto, ed e' giusto, doveroso, che egli formi il governo.
Tanto, lo sappiamo tutti, prima lo crea prima si distrugge.
Proprio nei giorni in cui Bertinotti chiede il conto (al prezzo della "garanzia di governabilità"), i Ds non mollano di un metro e propongono il fido D'Alema come presidente della Camera. Staremo a vedere la scaltrezza politica di Prodi (sic!) dove condurra' il dibattito politico.
I primi, inevitabili scontri ci sono gia'. Ma la serieta' di Romano impone di trascurarli, fingere che non esistano e di ritornare a dire che lui sara' a capo di un governo forte!
Per noi italiani sara' un film gia' visto, una minestra riscaldata: un insipido Prodino.

Nella foto: il prossimo governo Prodi.

martedì, aprile 18, 2006

[POLITICA] Coerenza britannica /2 .

Succede poi che Prodi, interpellato sull'articolo del Financial Times che lo vede protagonista negativo, dichiari con la serieta' che contraddistingue lui e il suo futuro (?) governo : «Il Financial Times non sta sparando sul governo Prodi, ma esclusivamente sul governo Berlusconi». E incalza : «Se la situazione è difficile, è per colpa del governo Berlusconi. Noi dimostreremo una grande politica e vedremo cosa scriverà il Financial Times fra qualche tempo». Scrivera', per esempio, che Prodi e' stato mandato a casa.

Ora tutti sappiamo leggere (chi non l'inglese, almeno la traduzione italiana) e appare arduo dare retta alle parole di nonno Romano, il quale, neanche troppo furbescamente, nega l'evidenza dei fatti. La serieta' al governo.

Nella foto: Romano Prodi, quello serio al governo.

lunedì, aprile 17, 2006

[POLITICA] Coerenza britannica.

I soloni della sinistra in campagna elettorale avevano attinto a piene mani dalla imparziale fonte britannica del Financial Times per dimostrare i loro teoremi disfattisti antiberlusconiani. Il Financial Times, in tempi non sospetti (prima delle elezioni del 9-10 aprile) aveva scritto e riscritto che il governo della CdL aveva procurato in Italia solo danni, ed era perfino giunto ad augurarsi un cambiamento degli occupanti delle seggiole di Camera e Senato. Meglio sir Prodi, sostenevano i grandi economisti d'oltremanica. Ma si sa, la serieta' non appartiene a gente di questo calibro (in Italia, per esempio, e' prerogativa di qualche saccente politico...), e allora succede che bastino pochi giorni, una votazione di mezzo, e l'opinione muta.

La limpida vittoria che tutti, anche nella fredda Inghilterra, si attendevano non arriva in realta'. Succede che mezza Italia dice NO a Prodi e al suo governo di liste, listarelle, politici, ballerini e viados. Succede che Munchau, il giornalista di punta del Financial scriva cosi' (riportiamo la traduzione proposta dal Corriere della Sera, uno degli svariati quotidiani fascisti e assoldati da Berlusconi che popolano le edicole tricolori): "Tutti sappiamo che l'economia italiana si trova in profonde difficoltà. Ma è importante ricordare che i problemi italiani sono differenti da quelli della Francia e della Germania. Molte economie continentali sono afflitte da bassa crescita e alta disoccupazione. Anche l'Italia soffre di un basso livello di crescita anche se la sua creazione di posti di lavoro è stata rilevante (ohibo', non sara' mica merito del governo Berlusconi? - ndr). Ma il problema dell’Italia è quello di non essere pronta a una vita nell'Unione monetaria. [...] Prodi offre il tipo sbagliato di riforme. Che consiste nello stesso tipo di riforme che sono fallite in altri Paesi europei. E dal momento che la sua frammentata coalizione di moderati, socialisti e comunisti, avrà una sottolissima maggioranza in Senato, potrebbe anche non essere in grado di portare a compimento il suo insufficiente programma. Se l'Italia continuerà a perdere competitività macroeconomica, un movimento politico populista potrebbe ben emergere con un programma per l'abbandono dell'euro."
Prodi offre il tipo sbagliato di riforme e il suo insufficiente programma non e' gradito a Munchau. A parte il fatto, che resta, che gli economisti inglesi farebbero meglio a interessare se' stessi e i loro lettori ai business nazionali piuttosto che proporre ingerenze non richieste negli affari che riguardano Roma, ma una domanda viene dal cuore: 15 giorni fa, Prodi era forse piu' bello e accattivante?

Nella foto, Romano Prodi agli occhi del Financial Times 15 giorni fa.

martedì, aprile 11, 2006

[POLITICA] Ciao sono Romano: e' qui la festa?

Alle 15.01 avevano vinto di 5 punti. A partire dalle 15.01 si susseguivano dichiarazioni di sconfitta del centrodestra e di Berlusconi. Alle 15.01 l'Italia aveva deciso di cambiare, fortemente, scontenta dai 5 anni di governo di destra. Alle 15.01 si era capito che, per la prima volta nella storia della seconda repubblica, la sinistra aveva preso il maggior numero di voti assoluti. Alle 15.01.

Perche' poi gli exit-poll si sono rivelati per quello che sono, il prolungamento di sondaggi falsi e falsati, e le volonta' degli elettori italiani si sono delineate con maggiore chiarezza. Al Senato la CdL vince per circa 350 mila voti, oltre 1 punto percentuale, e solo questa legge elettorale consente un sostanziale pareggio in termini di seggi, ben al di sotto della reale vittoria in termini numerici. Chissa' se tutta la sinistra sara' ancora contraria a questa legge... Alla Camera, come era prevedibile, il distacco diminuisce notevolmente e si arriva alla vittoria (per ora presunta perche' ci sarebbero 500 mila schede da ricontrollare) dell'Unione (unione...si fa per dire!) per circa 16000 voti, o.1 %. Con il maggioritario la CdL avrebbe forse vinto, stando alle cifre attuali. Questa situazione di essenziale pareggio (come testimoniano le dichiarazioni di Bertinotti, Pecoraro Scanio e altri sinistrodi che addirittura propendono per una nuova tornata elettorale) non impedisce a nonno Romano da Scandiano di tenere un comizietto a Roma alle 3 di notte (gia', quello delle 18.30 era stato annullato per prudenza - ma non avevano vinto con uno scarto del 5 % ?) in cui, fiero e tronfio (probabilmente di aver scialacquato un vantaggio netto attribuitogli da tutti gli auterevoli quotidiani italiani - Repubblica, Corriere, etc etc...), sorrideva e dichiarava di aver vinto. Complimenti professore. Lei ha vinto!
Ma cosa?
Con la stringata maggioranza che si ritrova a Camera e Senato, con i figuri che annovera tra i membri del suo pseudo-partito, se e' vero che la primavera e' cominciata il 10 aprile, essa durera' giusto il tempo di una stagione: tre mesi al massimo.
Analizziamo un po' i numeri. Si tratta di una procedura invisa ai mancini, con i numeri (che danno loro sempre torto) non vanno tanto d'accordo: meglio le parole, che tanto quello che diciamo, poi la gente se lo dimentica...

Per cominciare, anticipiamo che la vittoria e' tutta da vedersi , sia alla Camera, sia al Senato. Continuiamo ricordando che, in voti assoluti, la Sinistra ha perso: 350 mila di svantaggio al Senato, 16 mila di vantaggio alla Camera. A loro, a cui piace riempirsi la bocca con parole importanti come "etica", "morale" (parole da cui si discostano nei fatti), forse non fa piacere ricordare la attuale sconfitta morale. Per terzo, tutti voi ricordate Prodi che affermo' con la solita finta sicumera che, in caso di pareggio (che lui avrebbe peraltro interpretato come una debacle), si sarebbe tornati al voto. Stanotte ha gia', chiaramente, cambiato idea: la serieta' al governo, come lui ama dire. Oppure c'e' da pensare che Prodi non interpreti questa situazione come un pareggio. Ne ha facolta', e ci ha gia' abituati a voli pindarici logici che anche questo come ultimo non stupirebbe.
La sinistra ha presentato queste votazioni come un referendum pro o contro Berlusconi. Berlusconi ha vinto, allora. Forza Italia si conferma il primo partito in Italia, con una netta, indiscutibile, superiorita' in termini di voti nei confronti del secondo, quei Democratici di Sinistra che sono sotto di oltre 6 punti percentuali. Quei Democratici di Sinistra di Massimo D'Alema, che alle 15.01 gia' ghignava sotto i suoi baffetti da borghese finto proletario, sottoscrivendo la rovinosa caduta di Berlusconi e la netta prevalenza di una coalizione, l'Unione, che gia' lo aveva scaricato.
Ha dell'incredibile poi il fatto che, al Senato per esempio, la somma dei voti di Rifondazione Comunista e la lista Insieme con l'Unione (Verdi e Comunisti Italiani) - i partiti piu' estremi di questa Unione gia' di per se' piu' radicale che moderata - superino quelli di Margherita. Qualcuno disse che in realta' in Italia si scontrava il centro-destra con la sinistra-centro: bene, i numeri ci dicono che aveva ragione.
Un'ultima, doverosa, riflessione sulla geografia del voto. Il Nord vota compatto per il centro-destra e Berlusconi in particolare, le zone piu' disagiate e meno produttive d'Italia tifano per Prodi e la sua Armata Brancaleone: Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto premiano ancor piu' che in passato la politica di centro-destra. Ed e' strano che con la crisi produttiva che la sinistra dipinge il motore economico del Paese sia dalla parte di chi ha governato fin ora. Un'ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Montezemolo e la Confindustria si sbagliavano. Al Sud, la Puglia appare gia' stanca di un governo comunista (Nichi Vendola - PRC) e inverte la rotta votando per la Cdl. La Sicilia si conferma baluardo azzurro.
Infine, una nota sui sondaggi. Quelli rossi si sbagliavano, e di moltissimo. I quotidiani non schierati hanno speso fiumi di inchiostro per mettere in guardia gli elettori: ma e' inutile se non c'e' la volonta' di informarsi. Una volta di piu', il miglior sondaggista si e' rivelato Berlusconi, che annunciava le due coalizioni vicinissime tra loro.


Nella foto, Romano Prodi alle 15.01.

venerdì, aprile 07, 2006

[POLITICA] Vota a destra.

Non comportarti da coglione. Vota a favore dei tuoi interessi...

Vota a destra.

Vota a destra soprattutto se:

non ti droghi,

non avrai mai con te piu' di 20 spinelli in tasca,

non vuoi che ci si debba ritrovare a pagare tasse inventate all'occorrenza (in stile eurotassa, irap, tassa di successione, ...),

credi che personaggi del calibro di Vladimir Luxuria al governo non siano particolarmente congeniali al rilancio del Paese,

pensi che figuri dal passato poco limpido (e.g. Romano Prodi) non possano permettersi di fare paternali a uomini fatti della stessa loro pasta,

sei convinto che uomini politici che partecipano alle sedute spiritiche (e.g. nonno Romano) per salvare la vita di un uomo non possano utilizzare come slogan "La serieta' al governo",

ritieni che sia vero che in Italia non ruba solo Berlusconi come vogliono farci credere (e.g. lo fa anche l'aquila di Scandiano),

ti domandi come sia possibile (se e' vero come dicono che controlla tutto Berlusconi) che vadano in stampa quotidiani come L'Unita', La Repubblica, Il Corriere della Sera, Liberazione, Il Manifesto, Il Riformista, et similia...

ti sembra che il meno peggio (come spesso si sente dire...) non sia decisamente questo signore in foto (a tal proposito, la gobbetta vi ricorda qualcuno?):
















soprattutto consideri impossibile che le stesse persone che fallirono dal 1996 al 2001 tentando in ogni modo di rimanere attaccate alla poltrona cambiando 4 governi fasulli (Prodi - D'Alema 1- D'Alema 2- Amato) ora abbiano imparato a fare politica.

Nella foto, ex ministro di un governo Andreotti del quale e' anche sosia...